Il sistema immunitario dell’organismo è mediato da diversi fattori.

Tra questi fattori, l’attività fisica e sportiva gioca un ruolo tra i più importanti.

Secondo il tipo, il volume e l’intensità dell’attività sportiva praticata, si possono produrre adattamenti negativi o positivi dal punto di vista biologico.

Molte sono le regolazioni che avvengono appena iniziamo un’attività fisica, tra queste il consumo di energia a cui si può mediare con l’utilizzo di integratori specifici, come vedremo in seguito.

Secondo la durata e l’intensità dell’allenamento avvengono cambiamenti diversi nella regolazione ormonale che, a loro volta, influenzano il sistema immunitario.

Essenzialmente, dopo un allenamento intenso si possono rilevare due fasi di reazione distinte del sistema immunitario: una immediata e una ritardata.

La reazione immediata

La reazione immediata è caratterizzata dalla mobilitazione delle cellule immunitarie presenti nel corpo (di tutti i leucociti).

In stato di riposo, circa il 50% di tutte le cellule immunitarie circolano nel sangue, le altre si accumulano nelle pareti interne dei vasi.

Già nel giro di pochi minuti successivi all’inizio dell’attività sportiva, grazie all’attivazione del sistema nervoso simpatico, la maggior parte delle cellule accumulate sulla parete dei vasi si distacca e entra nella corrente sanguigna.

In sostanza, appena iniziamo a fare sport, bruciamo energia, da qui l’importanza di alimentazione adeguata ed integratori ad hoc, e i guardiani del nostro sistema immunitario si attivano.

Più in dettaglio, a seconda dell’intensità dell’allenamento:

 

Durante la fase successiva a esercizi/allenamenti di mezz’ora, le massime concentrazioni di leucociti, indotte dall’allenamento, nel sangue venoso periferico ammontano fino a 10.000 cellule.

Quando gli allenamenti sono di durata superiore, hanno come conseguenza la cosiddetta leucocitosi da sforzo, con valori di 20.000 cellule per microlitro.

Questo significa che il nostro sistema immunitario, produce, in risposta all’attività fisica, un numero straordinario di cellule preposte alla difesa da agenti esterni.

Alla fine dell’attività, il numero delle cellule immunitarie che circolano nel sangue ritorna ai valori precedenti allo sforzo.

Le cellule immunitarie scompaiono dalla circolazione del sangue e si accumulano sulle pareti dei vasi.

La reazione immunitaria ritardata

Nelle ore successive all’attività sportiva, si produce una diminuzione della concentrazione delle cellule natural killer.

In pratica, avviene una maggiore permanenza delle cellule immunitarie negli organi e nei linfociti, con la conseguenza che il “pattugliamento” di tutto l’organismo rallenta, e il loro trasporto, che è necessario per la difesa dalle infezioni, peggiora.

In biologia, questo fenomeno viene definito open window (“finestra aperta”), proprio per indicare un periodo critico di tempo, della durata di varie ore, successivo alla fine dell’attività sportiva, nel quale vi è una maggiore disponibilità allo sviluppo di infezioni, soprattutto delle vie respiratorie superiori, ma anche in misura minore del tratto urogenitale o dell’apparato digerente

Naturalmente la frequenza con la quale insorgono malattie del tratto respiratorio superiore è diversa da una attività sportiva all’altra.

Ma l’aspetto più interessante è il seguente.

È emerso che le persone fisicamente poco attive presentano un numero maggiore di malattie da raffreddamento dei praticanti sport nel tempo libero, ma minore degli atleti di elite.

Da qui si è scoperto che esiste uno stretto rapporto tra stato di sovrallenamento e depressione del sistema immunitario, associati ad una maggiore predisposizione alle infezioni.

In sintesi

In generale, si può affermare che:

  1. la pratica moderata di uno sport allena e migliora i meccanismi di difesa immunitaria sia attraverso l'attività, per così dire di pulizia, dei macrofagi (cellule attive nelle risposte immunitarie), sia attraverso la stimolazione dei linfociti;
  2. invece, allenamenti intensi e, naturalmente le competizioni, che si collocano nella zona limite o al di là della soglia anaerobica indeboliscono il sistema immunitario.

 

Dispendio di energie

Anche il dispendio quotidiano di energia influenza il sistema immunitario.

Come dimostrato da numerose ricerche, un consumo adeguato di carboidrati, utilizzando preferibilmente integratori specifici, prima, durante e dopo l'allenamento rafforza il sistema immunitario e, quindi, può servire a prevenire efficacemente una malattia infettiva.

Altri fattori

Esistono una serie di altri fattori che sollecitano in modo biologicamente negativo il sistema immunitario:

  • una inadeguata rigenerazione fisica o riposo tra un allenamento e il successivo insufficiente;
  • infezioni ricorrenti;
  • mancanza di sonno;
  • permanenza in altitudine;
  • viaggi intercontinentali con cambiamenti di fuso orario;
  • stress psichici;
  • alimentazione errata o utilizzo di integratori sbagliati.

 

Raccomandazioni se si ha un infezione in atto

La raccomandazione, e la regola essenziale all’inizio di una malattia infettiva, è una drastica riduzione o totale interruzione degli allenamenti.

Per concludere

In generale, si può affermare che persone più giovani o allenate presentano uno stato immunitario migliore di soggetti più anziani o non allenati.

Realizzare con continuità un regolare allenamento, o anche un attività fisica moderata, produce un miglioramento del sistema immunitario che, tra l’altro, si ripercuote in una minore predisposizione a infezioni banali.

Riassumendo si può affermare che, allenamenti molto intensi, soprattutto lattacidi, e sessioni di allenamento troppo ravvicinate portano a una diminuzione delle difese immunitarie, mentre allenamenti moderati, lo stimolano e lo rafforzano.

Sottolineando ancora una volta, come l’assunzione prima durante o dopo dei giusti integratori, può incidere significativamente nelle risposte del nostro sistema immunitario.

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