La combustione dei carboidrati nell’organismo è più economica e mostra un flusso di energia doppio rispetto a quello dei grassi.

Inoltre, la trasformazione di energia per la via anaerobico lattacida è possibile solo attraverso il metabolismo dei carboidrati, i quali, quindi, sono molto importanti per chi si allena con allenamenti di massima intensità e grandi carichi (sia nell’endurance che nella pesistica).

Se si esauriscono le riserve di carboidrati dell’organismo, si deve diminuire l’intensità dell’allenamento.

Per questa ragione, negli impegni fisici intensivi anaerobici o aerobici di lunga durata, la capacità di prestazione è determinata, soprattutto, dall’entità delle riserve di glicogeno nella muscolatura sollecitata.

In uno sprint o in un allenamento di resistenza alla forza della durata di 30 secondi si utilizzano circa il 25-35% delle riserve muscolari di glicogeno; in una corsa su 10.000 metri si produce un loro consumo completo (Fonte: Thomas DT, Erdman KA, et al. American college of sports medicine joint position statement. nutrition and athletic performance).

Un altro aspetto positivo delle maggiori riserve di glicogeno è che il glicogeno muscolare può essere mobilitato più facilmente quanto maggiori sono tali riserve, mentre un suo contenuto minore diminuisce la sua capacità di essere mobilitato.

Il glicogeno immagazzinato, inoltre, lega anche acqua e potassio.

Nelle riserve di glicogeno sono legati proporzionalmente acqua e potassio, il quale in questo modo svolge un importante ruolo nella eccitabilità e nella capacità di conduzione dei nervi e per la contrattilità muscolare.

Se si considera che, con la riduzione delle riserve di glicogeno provocate dall’attività fisica, si liberano anche l’acqua e il potassio che vi sono legati, grandi riserve di glicogeno sono della massima importanza anche per quanto riguarda il contenuto di liquidi e di elettroliti.

Da qui è facile desumere come integratori reintegranti tali riserve possa essere determinante soprattutto nello sport agonistico.

Il riempimento delle riserve di glicogeno prima dell’inizio di una attività sportiva, quindi, svolge un compito doppio: da un lato crea una fonte molto efficace di energia, dall’altro aumenta il deposito fisiologico di acqua che può contribuire a impedire la disidratazione determinata dal carico, provocata dall’aumento della perdita di sudore e, quindi, una diminuzione della capacità di prestazione.

Il metabolismo dei carboidrati e il livello del glicogeno muscolare, però, non rappresentano fattori che determinano la prestazione nella stessa misura in tutti gli sport e tutte le modalità di carico.

Nelle attività dove è in gioco rapidità e forza rapida, la grandezza delle riserve di glicogeno muscolare ha un ruolo abbastanza scarso in gara, in quanto in questa forma di sforzo non vengono esaurite.

In questo caso, è decisivo il livello delle riserve muscolari di ATP (adenosina trifosfato collegamento chimico fra catabolismo e anabolismo) e di CP (creatinfosfato o fosfocreatina agisce come accumulatore di energia), la forza muscolare e la capacità di prestazione neuromuscolare, coordinativa.

Le riserve e un adeguato rifornimento di carboidrati, in questo caso in forma di integratori per semplicità di assunzione, svolgono, invece, un importante ruolo nell’allenamento degli atleti degli sport di rapidità e di forza rapida.

Anche nelle discipline di breve durata (45 secondi a 2 minuti), a causa della durata globale relativamente breve dello sforzo, è possibile solo un consumo parziale delle riserve di glicogeno esistenti.

In tali discipline, a causa dell’elevata intensità, la trasformazione dell’energia avviene dapprima attraverso la demolizione dei fosfati macroenergetici, successivamente attraverso la glicolisi anaerobica con formazione di lattato.

A causa della maggiore capacità di mobilitazione, che abbiamo già ricordato, un livello iniziale elevato di riserve di glicogeno è molto importante anche in questo tipo di discipline.

Occorre tenerne conto soprattutto negli sport che presentano cambiamenti di intensità, quali, ad esempio, i giochi sportivi.

Negli sport di media durata (da 2 minuti a 8 minuti) il fattore assolutamente determinante della prestazione è rappresentato dalle riserve di glicogeno.

La trasformazione dell’energia avviene prevalentemente attraverso il metabolismo sia aerobico che anaerobico dei carboidrati.

Anche negli sport di lunga durata con elevata intensità, le dimensioni dei depositi di glicogeno sono un fattore che determina la prestazione in misura notevole.

Con l’aumento della durata della prestazione, tuttavia, è inevitabile che alla trasformazione dell’energia partecipi una percentuale continuamente maggiore di metabolismo dei grassi.

Nelle attività estreme di endurance (che durano più ore) l’energia necessaria è fornita prevalentemente dalla combustione dei grassi

Però, anche in questo caso, elevati depositi di glicogeno permettono impegni di intensità più elevata.

Segue nella seconda parte

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