La vitamina A è stata la prima vitamina liposolubile a essere riconosciuta.

Benché identificata come fattore di crescita necessario già nel 1913, non è stata caratterizzata chimicamente fino al 1930.

Due gruppi di ricercatori, McCollum e Davis dell’Università del Wisconsin e Osborne e Mendel dell’Università di Yale, fecero la scoperta iniziale della vitamina A pressoché simultaneamente.

Essi osservarono che animali giovani, nutriti con una dieta povera di grassi naturali, avevano problemi di salute, come evidenziato dalla loro crescita rallentata e dalle loro deboli reazioni immunitarie.

Questi ricercatori notarono anche che, seguendo una simile dieta, gli occhi degli animali andavano incontro a gravi infiammazioni e infezioni: uno stato dal quale uscivano rapidamente in seguito all’aggiunta di grasso di burro o di olio di fegato di merluzzo nella loro dieta (Fonte: Lewis P Rubin, A Catharine Ross, et al. Metabolic effects of inflammation on vitamin a and carotenoids in humans and animal models).

Ma cosa è la vitamina A e cosa comporta una sua carenza?

Isolata nella sua forma pura, la vitamina A è un cristallo liposolubile di colore giallo.

Viene chiamata retinolo perchè è un alcol coinvolto nel funzionamento della retina.

Carenze prolungate di vitamina A, oggi evitabili grazie gli integratori a base di Beta-carotene, provocano i caratteristici segni di ipercheratosi follicolare (accumulo di residui cellulari nei follicoli piliferi, che dà luogo a una sorta di pelle d’oca; si verifica più di frequente nella parte posteriore delle braccia), cecità notturna e aumento dell’incidenza delle infezioni (Fonte: Brubacher GB, Weiser H. The vitamin A activity of beta-carotene).

Via via che le condizioni peggiorano, la carenza colpisce anche le membrane mucose delle vie respiratorie, gastrointestinali e urogenitali.

In breve tempo si manifesta la tipica malattia dell’occhio, caratteristica della carenza di vitamina A, conosciuta come xeroftalmia.

La carenza, anche solo moderata, di vitamina A è associata a un significativo aumento della mortalità.

Questo dato è assai degno di nota, poiché questa ipovitaminosi è particolarmente diffusa nei paesi in via di sviluppo, soprattutto in Asia, dove almeno 10 milioni di bambini ogni anno vengono colpiti da xeroftalmia.

Col termine xeroftalrnia si indicano tutte le manifestazioni della carenza da vitamina A che interessano l’occhio.

Ecco quindi perché questa vitamina è così importante per i nostri occhi.

Ma come funziona? Come agisce sulla nostra vista?

La retina umana ha quattro tipi di foto pigmenti contenenti vitamina A: la rodopsina, presente nei bastoncelli (le cellule della retina responsabili della visione notturna), e tre iodopsine, presenti in ciascuno dei differenti coni responsabili della visione diurna (blu, giallo e rosso).

Quando vi è un flash di luce brillante (come le luci dei fanali dell’auto), si verifica uno scolorimento temporaneo della rodopsina.

Può essere necessario qualche secondo, prima che si abbia la rigenerazione della retina e il ritorno della vista.

Se i livelli di vitamina A sono bassi, occorre un tempo di adattamento maggiore.

Un cattivo adattamento alle variazioni di luminosità e una scarsa visione notturna sono alcuni dei sintomi iniziali della carenza di vitamina A.

Le ricerche effettuate e gli studi scientifici in generale indicano quale importanza ha il ruolo della vitamina A, grazie alla possibile assunzione sotto forma di integratori, soprattutto in relazione ai suoi effetti sull’apparato visivo.

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