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Se da un lato la dieta rappresenta una soluzione contro il sovrappeso, dall’altro può generare problemi che gli integratori dovranno cercare di risolvere.

Ecco i sei problemi principali.

Riduzione del metabolismo

L’insufficienza energetica della dieta si traduce velocemente nella riduzione del consumo di calorie.

Si parla allora di riduzione del metabolismo: il corpo frena i consumi energetici diminuendo la produzione di ormoni tiroidei.

Il rallentamento dell’attività della tiroide genera un calo della temperatura corporea.

È un po’ come se abbassaste la temperatura del termostato per alleggerire la bolletta del gas.

Nel concreto, lo percepite per via di una maggiore sensibilità al freddo.

Durante la dieta, un calo ulteriore dell’attività della tiroide si rivela molto controproducente.

Alcuni integratori sono ritenuti migliori perché capaci di riattivare il metabolismo.

Si tratta soprattutto di piante termogeniche stimolanti.

Ridotto uso di grassi

Agendo sui recettori beta adrenergici, la noradrenalina e l’adrenalina espellono i grassi dal tessuto adiposo, ma col passare del tempo, la dieta riduce sempre più la secrezione degli ormoni lipolitici (capaci di mobilizzare i grassi).

La noradrenalina sembra essere più intaccata dell’adrenalina.

In quattro sole settimane di dieta, è possibile osservare un calo importante delle due catecolamine che si traduce in stanchezza.

La pratica fisica associata alla dieta ed a un utilizzo sensato di integratori consente di rilanciare la secrezione di catecolamine.

Anche assumendo quindi integratori termogenici è possibile favorire le secrezioni.

Aumento dell’appetito

Divenendo più stanchi e irritabili, cresce anche la voglia di mangiare.

Vi ritrovate allora in una situazione impossibile da gestire che spiega gran parte dell’insuccesso delle diete.

Spesso ne segue un notevole aumento di peso e l’emergere del senso di colpa.

Avete difatti sollecitato troppo il vostro corpo.

Alcuni integratori vi aiutano a ridurre la fame, ma solo all’interno di una dieta equilibrata.

Oltre alla scarsa capacità di compensare il deficit energetico mediante i grassi, l’aumento dell’appetito può essere dovuto a carenze di micronutrienti.

Si potrebbe perciò pensare a compensare tutto questo con l’utilizzo di integratori a base di vitamine e minerali.

Perdita di massa magra

Da alcuni studi è emerso che si può riscontrare una perdita di quasi 4 kg in alcuni uomini “normali” che per 21 giorni hanno seguito una dieta che ha comportato un calo del 40% dell’apporto calorico (Fonte: Friedlander AL, Braun B, Pollack M, et al. Three weeks of caloric restriction alters protein metabolism in normal-weight, young men).

Quasi la metà del peso è costituita da muscolo e massa ossea.

Il metabolismo di base è diminuito del 10%.

Le perdite di massa magra sono in genere maggiori nelle donne che negli uomini.

La perdita muscolare è direttamente legata alla riduzione delle calorie e all’incapacità di usare correttamente i grassi.

Il rischio di perdere massa ossea durante la dieta si spiega in vario modo:

  • la secrezione degli ormoni che favoriscono l’ossatura tende a diminuire;
  • aumenta la produzione di ormoni che distruggono le ossa;
  • diminuisce l’apporto di calcio;
  • si riduce la capacità dell’apparato digerente di assimilare il calcio.

Anche in questo caso integratori che compensino la perdita di calcio diventano utilissimi.

Squilibrio acido-basico

Durante la dieta, la massiccia fuoriuscita di acido grasso dal tessuto adiposo aumenta l’acidità del sangue.

Anche le diete dimagranti iperproteiche, benché più efficaci, riversano acido nel sangue.

La riduzione dell’apporto di carboidrati accentua ancor più il fenomeno.

L’equilibrio acido- basico del sangue risulta quindi modificato dalla dieta.

Si tratta di un effetto collaterale controproducente: un ambiente acido rallenta l’eliminazione dei grassi e favorisce la perdita muscolare.

Integratori a base di bicarbonato di sodio consentono di riequilibrare il PH del sangue, il che si traduce in un catabolismo muscolare e osseo ridotto e nell’accelerazione della perdita di adipe.

Disturbi cardiovascolari

Il sovrappeso è spesso associato all’aumento dei rischi cardiovascolari.

Una dieta povera di calorie dovrebbe porvi rimedio.

Eppure, la dieta può aumentare paradossalmente la concentrazione plasmatica di omocisteina (un amminoacido solforato il cui aumento comporta il rischio di incidenti cardiovascolari).

Assumendo integratori a base di tre vitamine (acido folico, vitamina B12 e vitamina B6) durante la dieta, è possibile prevenirne l’aumento e addirittura favorirne il calo.

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