In cima alle classifiche degli alimenti maggiormente colpevolizzati c’è sicuramente il formaggio.

Ha una radicata, pessima reputazione di alto contenuto di grassi e sodio, e per tale motivo chi intraprende una dieta lo elimina quasi subito.

Ma, in realtà, non è così e ricerche e studi sul formaggio lo confermano.

Si è scoperto che il formaggio riduce il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari.

Una ricerca del 2015 ha dimostrato che una dieta ad alto contenuto di formaggio, riduce significativamente i livelli di TMAO (Trimetilammina-N-ossido), un composto organico, che è stato associato a possibili aumenti del rischio di malattie cardiovascolari (Fonte: Hong Zheng, Christian C Yde , et al. Metabolomics investigation to shed light on cheese as a possible piece in the French paradox puzzle).

La stessa ricerca ha anche affermato, che regimi alimentari con un alto contenuto di formaggio, aumentano i livelli di acido butirrico, acido ippurico e acido malonico, acidi grassi “buoni” a catena corta, che sono sottoprodotti dell'azione microbica e svolgono un ruolo benevolo nelle malattie intestinali.

Questa ricerca, ha indotto alcuni scienziati a ipotizzare, che il formaggio possa essere la spiegazione dietro il paradosso francese, i quali, malgrado abitudini alimentari con alti contenuti di grassi saturi, hanno una bassa incidenza di malattie cardiovascolari.

Anche un team di ricercatori giapponesi ha individuato nel formaggio Gouda un nemico dell’ipertensione (Fonte: T Saito , T Nakamura, et al. Isolation and structural analysis of antihypertensive peptides that exist naturally in Gouda cheese).

I ricercatori hanno scoperto che questo formaggio contiene peptidi, che a loro volta aiutano ad abbassare la pressione sanguigna.

La scoperta ha colto di sorpresa gli stessi ricercatori, visto che il formaggio, con il suo alto contenuto di sodio, è stato a lungo inquadrato come un alimento volto ad aumentare la pressione del sangue.

Invece, un team di ricercatori, questa volta olandesi, ha affiancato il formaggio a possibili effetti antitumorali (Fonte: P van't Veer, J M Dekker, et al. Consumption of fermented milk products and breast cancer: a case-control study in The Netherlands).

Lo studio ha concluso, che un consumo quotidiano di formaggio Gouda di circa 60 grammi, riduce del 35% il rischio di cancro al seno nelle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni.

Quale è il motivo degli aspetti positivi del consumo di formaggio

Il formaggio contiene elevate quantità di acido linoleico coniugato (CLA), che la letteratura scientifica indica come un valido alleato contro cancro e obesità.

Il formaggio è un prodotto fermentato e, come tutti i prodotti fermentati, alimenta con batteri buoni il microbiota intestinale.

Inoltre, il formaggio è ricco di proteine.

E povero di carboidrati, tanto che le diete chetogeniche lo includono negli alimenti consentiti.

E, naturalmente, è ricco di calcio.

Il formaggio è una delle poche fonti alimentari di vitamina D.

Contiene vitamina B12, una vitamina non così diffusa negli alimenti di tutti i giorni.

Quale formaggio consumare

Sottilette e simili non sono formaggio, ma un prodotto alimentare in cui il formaggio è solo un ingrediente, anche se il principale.

Quindi, vanno evitate, così come tutti i formaggi industriali e molto lavorati.

Il criterio per scegliere il formaggio da consumare è che i suoi ingredienti siano solo: latte, sale e caglio (l’enzima necessario per produrlo), se c’è qualcosa d’altro lasciate perdere.

Se poi è di origine biologica, a base di latte crudo (non pastorizzato), con vacche allevate al pascolo e via dicendo, di sicuro è ancora meglio, anche solo per la ricchezza di batteri utili per la flora intestinale.

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