Probabilmente avete sentito parlare dei “senolitici”.

I senolitici sono formulazioni di integratori o medicinali che potrebbero aiutare a combattere i processi di senescenza e che proteggono contro l’invecchiamento.

Di questi preparati ne hanno parlato molti organi di stampa.

Ad esempio Time Magazine: “sembra che topi molto vecchi siano in grado di migliorare, (grazie a queste sostanze n.d.r.) sostanzialmente la loro salute, di ridurre o ritardare le malattie legate all'età e di aumentare la loro sopravvivenza”.

L’articolo prosegue dicendo che la terapia mira ad eliminare le cellule senescenti, che sono un fattore di invecchiamento degenerativo.

Anche il Los Angeles Times nel 2018: “l'invecchiamento... sta cominciando ad assomigliare sempre più ad una malattia, e per questo è curabile.”

Ed aggiunge nell’articolo, “che le persone anziane possono essere in grado di ripristinare la funzionalità fisica e vivere più a lungo eliminando dal corpo le cellule senescenti”.

Questo ultimo processo è detto ablazione delle cellule senescenti.

Il motivo per cui si punta ad eliminare le cellule dette senescenti è che questa eliminazione potrebbe portare ad un vero e proprio ringiovanimento.

Infatti le cellule senescenti accumulandosi provocano danni, quali:

  • favorire infiammazioni;
  • impedire il corretto funzionamento degli enzimi che si occupano di degradare le proteine.

 

Su questi punti una ricerca ha definito le cellule senescenti come tossiche (Fonte: Campisi J, d'Adda di Fagagna F. Cellular senescence: when bad things happen to good cells).

Un’altra ricerca ha studiato l’impatto di un trapianto di cellule senescenti in ratti giovani (Fonte: Xu M, Pirtskhalava T, et al. Senolytics improve physical function and increase lifespan in old age).

In sostanza la ricerca mirava a misurare la tossicità delle cellule senescenti.

I risultati hanno portato a concludere che il trapianto anche di un numero relativamente piccolo di cellule senescenti in topi giovani è sufficiente a causare disfunzioni fisiche persistenti oltre a diffondere la senescenza cellulare ai tessuti ospiti.

Successivamente si sono testati su ratti anziani dei preparati senolitici a base di dasatinib (Sprycel, una farmaco usato per la cura della leucemia mieloide cronica) e della quercetina un flavonoide estratto da piante come ad esempio l’ippocastano.

Il “cocktail" ha provocato l’eliminazione di parte delle cellule senescenti.

Questo risultato ha naturalmente portato a pensare che questa possa essere la strada giusta e, soprattutto, che l’invecchiamento possa e debba essere trattato come una vera e propria malattia.

Senescenza cellulare e invecchiamento

Quando si è giovani le cellule si eliminano naturalmente se diventano danneggiate o disfunzionali.

Questo processo si chiama apoptosi e ha il compito di eseguire quella che viene chiamata “morte cellulare programmata” (Fonte: Elmore S. Apoptosis: a review of programmed cell death).

L'apoptosi, una sorta di auto-eliminazione, è una parte normale e importante del mantenimento e della rigenerazione dei tessuti sani.

Con l'invecchiamento il numero di cellule che diventano senescenti aumenta.

E, come detto, queste cellule emettono composti nocivi/tossici che promuovono l'infiammazione nei tessuti circostanti.

L'infiammazione cronica è uno dei principali fattori che contribuiscono ai disturbi degenerativi (Fonte: Khansari N, Shakiba Y, et al. Chronic inflammation and oxidative stress as a major cause of age-related diseases and cancer).

Altre ricerche indicano che l'accumulo di cellule senescenti accelera i processi di invecchiamento e aumenta il rischio di malattie legate all'età: da quelle cardiovascolari (Fonte: Childs BG, Li H, et al. Senescent cells: a therapeutic target for cardiovascular disease) a quelle neuro degenerative (Fonte: Baker DJ, Petersen RC. Cellular senescence in brain aging and neurodegenerative diseases: evidence and perspectives).

Come si inseriscono i senolitici

Partendo dal presupposto che non esistono ancora farmaci, formule o quanto altro possa bloccare i processi di invecchiamento, è però doveroso segnalare cosa si è fatto in questo senso.

Alcuni composti chimici, farmaci, peptidi o estratti di piante possono agire come veri e propri purificanti/purganti dalle cellule senescenti.

Uno studio (Fonte: Malavolta M, Bracci M, et al. Inducers of senescence, toxic compounds, and senolytics: the multiple faces of nrf2-activating phytochemicals in cancer adjuvant therapy) ha sperimentato in vitro e in vivo gli effetti sulla senescenza cellulare di quindici composti naturali tra i quali, citandone alcuni:

  • tocotrienoli, un tipo di vitamina B;
  • curcumina;
  • gallato di epigallocatechina;
  • quercetina;
  • genisteina;
  • resveratrolo;
  • ed altri.

 

I potenziali effetti sull’uomo sono per adesso poco chiari soprattutto per l’esistenza di pochi studi clinici per lo più caratterizzati da risultati incerti.

Ma come funzionerebbero i senolitici.

In buona sostanza i senolitici favorirebbero quella che poco sopra abbiamo chiamato “morte cellulare programmata”, e che avviene naturalmente quando siamo giovani ma si “inceppa” sempre di più con il sopravanzare dell’età.

Ovvero farebbero scattare nelle cellule senescenti, per banalizzare, un sorta di istinto suicida.

Va da se che l’eliminazione delle cellule senescenti, che sempre poco sopra, abbiamo definito tossiche, e dannose anche per le cellule sane funzionanti, sarebbe di assoluto giovamento per il nostro organismo.

Quercetina

Tra le sostanze che hanno riscosso più successo nelle ricerche e studi sui senolitici di origine naturale c’è la quercetina (Fonte: Chondrogianni N, Kapeta S, et al. Anti-ageing and rejuvenating effects of quercetina).

La quercetina è un composto che si trova in frutta e verdura ed è stato a lungo riconosciuto per i suoi effetti benefici per la salute.

È un antinfiammatorio protettivo di cellule e tessuti.

In questi studi di laboratorio, la quercetina sembra migliorare i marcatori di invecchiamento e favorire l’eliminazione delle cellule senescenti.

Anche le teaflavine, flavonoli presenti nel te nero, potrebbero favorire l’eliminazione delle cellule senescenti.

Queste due sostanze insieme sono state le più valutate.

Gli studi e le ricerche fino ad ora hanno offerto solo spunti, ma comunque spunti interessanti su cui riflettere.

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