Uno studio di settembre 2020 ha valutato i risultati della dieta a digiuno intermittente, rispetto ad una alimentazione tradizionale (colazione, pranzo e cena).

La ricerca ha coinvolto un campione di 116 persone, uomini e donne, di età compresa tra i 18 e i 64 anni (Fonte: Dylan A Lowe, Nancy Wu, et al. Effects of time-restricted eating on weight loss and other metabolic parameters in women and men with overweight and obesity: the treat randomized clinical trial).

Come è stato condotto lo studio

I soggetti testati sono stati divisi in due gruppi e ad ognuno di loro è stato misurato l’indice di massa corporea (BMI), prima di iniziare il test

L’indice di massa corporea si calcola dividendo il peso in kg per l’altezza al quadrato.

Il primo gruppo, definito CMT, ha consumato tre pasti al giorno in modo tradizionale, ovvero colazione, pranzo e cena.

Al secondo gruppo, definito TRE, è stato consentito di assumere cibo dalle 12:00 alle 8 di sera, senza limitazioni, e digiunare dalle 8 a mezzogiorno del giorno seguente.

L’esperimento è durato 12 settimane.

Alla fine delle 12 settimane il gruppo a digiuno intermittente, TRE, aveva perso circa un chilo (0,94 kg), contro un po’ più di mezzo chilo (0,68 kg), del gruppo con i tre pasti regolari al giorno.

Per gli standard scientifici, su questo genere di misurazioni, la differenza, in termini di peso perso, tra i due gruppi non è significativo.

Il team di ricercatori ha anche analizzato le differenze di insulina a digiuno, glucosio a digiuno, livelli di emoglobina, assunzione di energia stimata, dispendio energetico totale e dispendio energetico a riposo, non trovando nessuna sostanziale differenza tra i due gruppi.

Mentre è stata riscontrata una maggiore perdita di massa magra, massa muscolare, nel gruppo a digiuno intermittente, il gruppo TRE.

Come interpretare questi risultati

Alcuni hanno criticato lo studio, sottolineando come i ricercatori avrebbero dovuto controllare l’apporto calorico nei due gruppi.

Una delle maggiori pecche del digiuno intermittente è, che chi si sottopone a questa dieta, nella finestra temporale in cui può mangiare in genere si abboffa.

E, sulla base di questa considerazione, i risultati del gruppo a digiuno intermittente sono stati modesti.

Altre critiche sono state sollevate sul mancato monitoraggio degli apporti proteici nei due gruppi, e sulla scelta dell’orario, 12-8, in cui il gruppo TRE ha consumato i propri pasti.

Critiche condivisibili, anche se questo non è il primo studio che mette in dubbio la validità del digiuno intermittente, IF, intermittent fasting, in inglese.

Una ricerca di qualche hanno fa, lo confermava: “Malgrado la recente popolarità della dieta a digiuno intermittente e i suoi apparenti meriti per perdere peso, le prove sulla sua efficacia in base a dati scientifici rimane modesta” (Fonte: Louisa Jane, Greg Atkinson, et al. Intermittent fasting interventions for the treatment of overweight and obesity in adults aged 18 years and over: a systematic review protocol).

Ci sono anche studi a favore.

Uno studio recente sul contrasto all’obesità, invece, suggerisce che la dieta a digiuno intermittente in persone obese, può essere un metodo valido per perdere peso (Fonte: Lisa S Chow, Emily N C Manoogian, et al. Time-restricted eating effects on body composition and metabolic measures in humans who are overweight: a feasibility study).

È difficile prendere una posizione netta.

Un po’ di digiuno sicuramente può far bene, anche per il solo fatto di far riposare tutte le funzioni collegate ad alimentazione e digestione e per la possibilità, indotta dal digiuno, di ridurre un po’ la glicemia, aumentando la sensibilità all'insulina.

Un punto, però, dovrebbe essere tenuto presente, se si intraprende questo tipo di dieta ed è legato alle proteine, visto la concordia che esiste sulla diminuzione di massa muscolare.

È importante, per evitare di perdere troppa massa magra, valutare attentamente l’apporto proteico durante il digiuno intermittente.

Magari, anche utilizzando degli integratori proteici.

O degli integratori a base di aminoacidi.

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