Le principali sostanze, anche attraverso l’assunzione di integratori, che forniscono energia alla cellula muscolare e che debbono essere continuamente reintegrate attraverso l’alimentazione o integratori sono:

  • i carboidrati (che normalmente coprono due terzi del fabbisogno di energia);
  • i grassi (un terzo);
  • le proteine (che però in questo caso possono essere anche trascurate) in quanto svolgono un importante ruolo nel metabolismo anabolico, ma non in quello energetico).

Dunque, il bisogno di energia a riposo è soddisfatto principalmente attraverso i carboidrati ed i grassi.

Però nell’allenamento sportivo, in funzione dello stimolo rappresentato dallo sforzo, abbiamo uno spostamento nella produzione di energia (Fonte: Aube D, Wadhi T, Rauch J, et al. Progressive resistance training volume: effects on muscle thickness, mass, and strength adaptations in resistance-trained individuals).

L’energia necessaria per esercizi/allenamenti che presentano un elevato grado di intensità può essere fornita soltanto grazie alla combustione dello zucchero intracellulare (glicogeno), mentre "lavori" di intensità media di durata maggiore sono resi possibili dalla combustione aerobica dei carboidrati e degli acidi grassi, in una proporzione che è specifica a seconda dell’intensità del lavoro.

Glucosio

Il prelievo (consumo) di glucosio dai muscoli scheletrici aumenta all’inizio dell'allenamento e poi progressivamente con l’aumento dell’intensità dell'allenamento stesso.

Il trasporto del glucosio attraverso la membrana cellulare, insulino-stimolato, avviene per mezzo di trasportatori, cosiddetti “carrier”, proteici.

Anche la semplice sollecitazione del muscolo aumenta la permeabilità della membrana cellulare, un fattore di cui si tiene conto nella terapia medica e nella prevenzione del diabete.

Oltre che dall’insulina, il trasporto degli zuccheri nel muscolo scheletrico è favorito dalle catecolamine (in particolare dall’adrenalina e dalla noradrenalina), dall’ormone della crescita, dagli ormoni surrenali, dalla carenza di ossigeno (ipossia) e dal lavoro fisico, che rappresenta il fattore di maggiore stimolo del trasporto del glucosio nella cellula (Fonte: Hollmann, Wildor, Hettinger, Theodor. Sportmedizin - Grundlagen für Arbeit, Training und Präventivmedizin.)

Una volta superata la membrana della cellula muscolare il glucosio, tramite un enzima, l’esochinasi, è fosforilato, ovvero subisce una reazione chimica.

Questo enzima, l’esochinasi, occupa una posizione particolare tra gli enzimi glicolitici.

Secondo lo stato di allenamento la sua attività aumenta fino al 300%.

Anche la presenza di insulina, come l’allenamento, produce un aumento dell’attività di questo enzima.

Entro i primi cinque minuti dall’inizio dell'allenamento ad una intensità di circa il 75% del VO2max, ossia del massimo consumo di ossigeno, che è un pò come dire che si è al 75% dello sforzo, si giunge ad un incremento dell’utilizzazione del glicogeno di circa sette volte più elevato.

L’aumento del glucosio intracellulare diventa significativo ad una intensità dello sforzo di circa il 60% del VO2max, aumentando ulteriormente quando l’intensità cresce ancora.

Ad una intensità di circa il 75% del VO2max, l’assunzione e il consumo di ossigeno si mantengono in equilibrio.

Ad intensità più elevate e fino all’esaurimento (100%), l’assunzione di glicogeno aumenta ulteriormente, mentre la sua utilizzazione diminuisce progressivamente.

Grassi

I grassi rappresentano la maggiore riserva di energia nell’organismo.

Però l’importanza della loro combustione dipende dalla tipologia, dalla durata e dall’intensità del lavoro, dal volume della massa muscolare impegnata e dalla tipologia delle fibre muscolari.

Dal punto di vista sportivo, dove per lo più svolge un ruolo decisivo la massima intensità che può essere raggiunta nell’unità di tempo, occorre ricordare, però, il vantaggio dei carboidrati rispetto ai grassi.

Infatti, anche se è vero che i grassi forniscono con la loro combustione 9,3 kcal/g rispetto alla sole 4,1 kcal/g dei carboidrati (e delle proteine), è decisivo non questo valore assoluto, ma il valore calorico che si ottiene per litro di ossigeno.

Quindi, avendo a disposizione la stessa quantità di ossigeno, dalla combustione del glicogeno si ottiene una percentuale di energia del 13% maggiore rispetto a quella dei grassi.

Ben si comprende, quindi, come per gli atleti degli sport di resistenza sia necessario possedere una riserva più ampia possibile di glicogeno.

E qui gli integratori specifici per l’endurance assumono un ruolo fondamentale.

Però se si considera che, nei "lavori" di resistenza molto prolungati, le sole riserve di glicogeno non sono sufficienti a coprire tutto il fabbisogno di energia, con l’aumento del tempo di lavoro, la combustione dei grassi assume un ruolo sempre più importante.

Secondo studi ormai consolidati in un lavoro muscolare che duri varie ore i grassi sono in grado di soddisfare dal 70 al 90% del fabbisogno energetico.

Ecco perché una alimentazione corretta, che comprenda oltre a proteine e carboidrati anche i grassi, è decisiva in chi pratica questi sport.

A questo si può e si deve aggiungere l’integrazione con specifici prodotti per l’endurance, come ad esempio le maltodestrine.

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